Sono rimasta entusiasta del libro. Mi è piaciuta la scrittura, il continuo passaggio dal presente al passato: lo ho sentito "addosso". Mi ha fatto riflettere sulla sua attualità: i temi della ricerca di un figlio, la guerra. Il libro un po' mi ha cambiata, aiutandomi a guadare le cose e ad ascoltare le notizie con un'ottica diversa. Ho avuto bisogno di rileggerlo: ci sono episodi molto forti.
Liana
Mi è piaciuto molto. Racconta storie per me in qualche modo conosciute: sono stata in Bosnia e ho visto gli orfanatrofi.
Io ho colto due parti nel libro: una prima parte molto intima, femminile, materna; una seconda, dopo lo scoppio della guerra, in cui tutto passa in secondo piano, in cui prevalgono le ragioni di questa guerra. Ragioni che non si riesce a spiegare, così come non riesco a trovare una spiegazione allo scatenarsi dei lati umani più tremendi. Pensando alla ferocia di alcuni, credo che non tutti siano capaci di certe azioni e che la ferocia e certa crudeltà siano innate. Riflettendo sullo stupro etnico penso che le donne abbiano il diritto di scegliere se liberarsi o meno del frutto della violenza. Se dovesse succedere a me, io non vorrei sopravvivere.
Marzia
Mi ha molto colpito tutta la parte che descrive il desiderio e il calvario per avere un figlio: mi ha aiutata a capire meglio ciò che può aver provato mia figlia quando si è trovata temporaneamente in una situazione analoga.
E' come se mi avesse permesso di far luce e vedere in un'ottica diversa un'esperienza a me molto vicina.
Gabriella
Mi è piaciuto molto, la scrittura è molto efficace, riesce ad esprimere con chiarezza i sentimenti dei vari personaggi. Il tutto è inserito in una architettura molto accurata di vicende storiche.
Mi ha fatto riflettere sui due temi: la guerra e la maternità, o meglio la impossibilità di essere madre; tuttavia credo che per quanto ci sforziamo siano due situazioni che possono essere comprese davvero solo se vissute.
Altro tema è la capacità di approcciarsi alla vita: spesso le nostre vite navigano in un fiume ma restano isolate, non si sentono partecipi della corrente della vita
Gemma è piena di rabbia e non riesce ad essere dolce con il figlio: è amata da molti, sceglie l'uomo che potrebbe forse completarla (col suo modo di bere la vita "a garganella").
Detto questo forse ho sentito qualche eccesso nella scrittura, qualcosa di gratuito, forse non necessario.
Eliana
Mi ha molto interessato il periodo storico in cui è ambientato il romanzo (ero piccola quando è scoppiata la guerra).
I tempi sono scanditi bene; ho letto velocemente il finale per la sua tragicità. In tutto il romanzo sono seminati indizi sui personaggi, un po' come in una trama gialla. Anch'io l'ho sentito molto pieno, un po' pesante, con un eccesso di aggettivi (spesso doppi).
I personaggi sono compunque ben delineati e ne do un giudizio positivo.
Federica
Non ho letto tutto il libro. Finora mi ha molto colpito sia per la storia che per la scrittura densissima, quasi fotografica.
Mi ha fatto ricordare Wilmo con i suoi carichi di aiuti per Tuzla.
Luisa
E' una scrittura che ti entra dentro. Non mi aspettavo quel finale.
Mi ha colpito Gemma, questo suo essere poco sicura di sé, il voler avere un figlio a tutti i costi, anche se non è capace di esprimere dolcezza nei confronti dei bambini.
Sembra più che voglia un figlio per non perdere il marito.
Bello il momento finale quando Giuliano va a vedere il ragazzo mentre dorme nella sua stanza
Sandra
Ho avuto occasione di seguire le vicende della guerra in Bosnia per lavoro e ero già stata colpita dall'orrore degli stupri etnici.
Ci chiediamo perché: è la lotta fra bene e male che esiste da sempre.
La figura del padre è raccontata con affetto, ma anche gli altri uomini ne escono positivamente: l'amico di Diego è rude, ma attento alle cose pratiche, Giuliano è buono, forse troppo; è come se ci fosse un contrappeso fra questi uomini buoni ed i cecchini.
Maiolina
Il libro mi è piaciuto molto. Vi è una continua alternanza fra bene e male.
Da un lato l'amore, l'amicizia, l'affetto filiale, la tensione di dare un figlio all'uomo che si ama, dall'altro l'orrore della guerra.
Bella la figura paterna, così comprensiva, attenta, affettuosa anche con Diego.
Dino
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