Ho iniziato il libro ma ho interrotto la lettura; l'ho poi ripresa, ma sempre con fatica.
Non ho provato condivisione, ho percepito una monotonia per gli eventi che si ripetono come in una nenia.
Il libro è pervaso da una forte sofferenza che turba intimamente.
Mi è piaciuta la figura del protagonista che ha trovato la forza di riscattarsi e iniziare una vita diversa.
Il padre sembra avere due facce: quella dell'alcolista ma anche quella di chi è capace di momenti di tenerezza.
La madre non è in grado di assicurare un argine a questo situazione.
Mariolina
Il libro affronta una situazione molto difficile ed angosciante: l'assenza del padre e le difficoltà della madre
portano il figlio maggiore a caricarsi di tutte le responsabilità.
Non mi è piaciuto il finale perché è un festino liberatorio senza valori e un po' sfrenato: è questa la libertà?
Sandra
Si racconta senza pietismi la vita povera in un'Irlanda cattolicissima. La mancanza di lavoro, le continue maternità,
il cattolicesimo bigotto tolgono alle persone la forza di ribellarsi.
La madre non è priva di amore in assoluto: le sue attenzioni vanno ai più piccoli.
Gabriella
Mi ha colpito la scrittura: immediata, vicina al parlato, il modo veloce di scrivere.
Emerge la figura forte del protagonista che si è fatto da solo le ossa.
I genitori non sanno esprimere tenerezza: è insostenibile sia da un punto di vista morale che
materiale continuare a fare figli in questa situazione.
Federica
In alcuni momenti si gioisce: quando sembra che cambi qualcosa; avrei voluto abbracciare quel bambino.
Mi ha colpito lo slang "romanesco". Per me è stato il libro più bello fra quelli scelti.
Le cose più drammatiche sono raccontate con leggerezza.
Luisa
Ho fatto molta fatica a leggere questo libro. Ho provato indignazione per la situazione.
Anche il protagonista mi è sembrato rassegnato. Non mi è piaciuto per tutta quell'inerzia e sofferenza.
Anche il finale non riesco ad immaginarlo positivo perché penso che ognuno si porti il proprio "retaggio".
Liana
Non ho letto il libro ma ho visto il film e ho avuto occasione di discuterne con i miei colleghi di lavoro.
Il ragazzo è protagonista fin da piccolo, deve fa da genitore; difende la madre la cui rassegnazione è dovuta alla fede.
Per quanto riguarda il bere non dobbiamo dimenticare anche il contesto socio- culturale: vi è
una vera e propria cultura della birra. Certo incide anche il problema dell'identità nazionale in Irlanda.
Vorrei poi parlare del concetto di resilienza: la capacità di resistere ai traumi; certi individui, come
il protagonista, pur vivendo solo esperienze negative, reagiscono e ce la fanno.
Maurizio
Il libro mi è piaciuto moltissimo. Il protagonista descrive in modo dettagliato la sua vita.
Il racconto mi ha molto coinvolto. Mi è venuto da pensare però che se è vero che la miseria quasi si tocca,
che si percepisce l'umido di questo paese, tuttavia di miseria ce ne è ovunque, sono queste condizioni
comuni a molte parti del mondo.
E' presente una forma di ironia molto accentuata. Il libro è pedagogico, nel senso che si possono trarre
tanti spunti di riflessione. In certi momenti il protagonista mitizza il padre, ne "assorbe" tutti i momenti
teneri. Mi ha fatto pensare che l'esempio negativo del padre lo sproni a non diventare come lui:
è come se lui riuscisse a sopravvivere grazie a questa opposizione.
La capacità di reagire dipende da una forza interna o esterna?
Colpisce anche il falso moralismo della chiesa e la mancanza di coerenza da parte di chi si dice religioso.
In questi giorni, in seguito a quanto è avvenuto a Bologna (morte del neonato)
ho visto stretti collegamenti con questo libro.
Marzia
Trovo che sia un libro straordinario. Tutti sono nati perdenti e sono morti perdenti.
E' un libro maturo, scritto da una persona matura, molto forte.
Due sono i binari: da un lato lo scrittore legge la sua storia, quella della sua vita con
ironia e capacità di perdono, dall'altro, per la sua esperienza personale non c'è "sconto".
Sulla sua personale infanzia raggiunge la massima drammaticità, continua a rimanere l'infanzia
che non ha vissuto e che nessuno potrà essergli restituita.
Più che negli eventi, la drammaticità è nella sua storia personale.
Elisabetta
E' un libro molto duro. Si ripercorrono momenti di miseria che molti popoli attraversano
ma è anche una storia di ignoranza.
Noi ci poniamo domande razionali, ma bisogna vivere quelle situazioni!
Qui i protagonisti non hanno prospettive, speranze.
Il protagonista ce la fa, ma quanti hanno avuto esiti diversi?
Il libro ci può aiutare ad apprezzare cose che si danno per scontate.
L'ironia è un modo di superare la drammaticità della situazione
David
Il libro mi è piaciuto anche se all'inizio l'ho trovato faticoso.
E' un libro asciutto, vi è tensione fra i sentimenti dei bambini e la realtà.
Il protagonista vede tutto positivamente per la sua ingenuità di bimbo.
Non si lamenta della famiglia, tende a ricordare solo le cose che gli hanno fatto bene.
C'è solidarietà fra fratelli.
C'è rispetto fra i membri della famiglia: è il mondo fuori che è contrario
(i compagni di scuola, il funzionario scolastico).
Sono stata colpita da questa contraddittoria situazione di bontà interna e cattiveria esterna
ed è ciò che mi ha fatto trovare passione in questa lettura.
Vi è un affresco della società irlandese; la dipendenza dal bere deriva dalla necessità di
scappare da una situazione di forte disagio.
Eliana
La biblioteca sarà chiusa dal 7 al 21 agosto. I prestiti che scadono in questo periodo di chiusura sono automaticamente prorogati al 22 agosto.
P.zza Giovanni XXIII, 2 - 40011 Anzola dell'Emilia (BO)
Contatti: 0516502222 - 0516502225 - biblioteca@comune.anzoladellemilia.bo.it
placeholder