Il libro è molto bello: al di là dello stile mi ha colpito la dolcezza, il “vedo non vedo” con cui ha raccontato anche le cose più brutte, la capacità di non farsi incattivire dalla gente.
La morbidezza corporea dell’amica è anche morbidezza d’animo. E’ una storia con un risvolto positivo: alla fine la protagonista trova consolazione nella musica. Per fortuna nell’animo umano ci sono risorse che fanno superare le “disgrazie” della vita.
(Mariolina)
E’ un libro di grande respiro: il tema del dolore legato all’aspetto fisico è ricorrente nella letteratura (Leopardi, Saffo): “tutto è arcano tranne il dolore”. Nel libro si legge un messaggio positivo: ciò che è buono potrà diventare bello.
(Bernardino)
Il libro non mi è piaciuto. Vi ho trovato un messaggio negativo; mi ha dato fastidio l’insistenza eccessiva sulla bruttezza.
(Liana)
Il libro è molto triste. In questa società non c’è spazio per i brutti, vengono messi da parte: o uno ha una grande capacità di reagire oppure ha la vita rovinata. E’ positiva la condivisione del problema con l’amica.
Ho notato una scrittura delicata, sensibile.
(Gabriella)
Non ho colto un aspetto poetico nel libro, e non sono nemmeno riuscita ad immaginarla questa bruttezza.
Certo, oltre a questo, il contesto familiare della protagonista era davvero tragico.
Nessuno aiuta questa donna che sta vivendo una depressione post-partum.
Tutto è determinato dai canoni estetici della società, e questo da sempre. La capacità di andare oltre sta nella cultura che una società riesce a produrre. Nell’insieme la vicenda mi è sembrata più una favola che una storia di vita vissuta, e la“riuscita”della donna è stata determinata dall’agiatezza e dalla possibilità di fare incontri importanti.
(Marzia)
Ho trovato questo libro molto triste. Rispecchia comunque la realtà: ho trovato opportuno che il tipo di bruttezza sia rimasto nel vago.
Mi ha fatto pensare che tutti dobbiamo lottare, soprattutto contro i pregiudizi.
Tutti dovrebbero ricordarsi dell’insegnamento della maestra.
(Sandra)
Anch’io ho cercato di immaginare la bruttezza: la nostra reazione di fronte a ciò è una reazione ancestrale.
Mi sono immaginato una persona deforme e ciò che può comportare per lei l’impatto con gli altri.
A metà del libro ho avuto la netta percezione che la tragedia fosse degli altri; non è la bimba che è rifiutata, sono gli adulti che manifestano i loro problemi…
Non l’ho comunque vissuto come un libro triste.
La persona, che è handicappata all’inizio, ne esce serena, trova la sua strada. E’ un bel libro che si presta a diverse chiavi di lettura.
(David)
Il libro mi è piaciuto. Ho chiaro un concetto di bello, mentre ho fatto fatica a vedere questa bruttezza. Per me questa bruttezza oggettiva è una metafora di una difficoltà di vivere. Il mondo si divide fra chi la accetta e chi no: da qui dipende la capacità o no di vivere.
Erano fortissime le difficoltà personali: ognuno aveva un potenziale altissimo ma non riusciva a utilizzarlo.
(Elisabetta)
Il libro è molto delicato, anche nella descrizione della bruttezza. E’ tragica la situazione della famiglia che dovrebbe sostenere la protagonista mentre invece nessuno riesce a incoraggiarla per le sue qualità. Per fortuna ci sono incontri positivi: (la madre, l’amica, la pianista). Il messaggio è positivo.
(Federica)
Il libro mi è piaciuto. Credo in ogni caso che la prima necessità di una persona sia quella di essere accettata in famiglia.
(Gabriella)
E’ forte il contrasto con i genitori, la loro bellezza…
Ma che tipo di bruttezza è la sua? Molto bello l’incontro con Lucilla.
Attorno a lei girano personaggi molto importanti.
Ho partecipato emotivamente alla storia.
I personaggi sono sprazzi di luce.
Il libro inizia e finisce con l’immagine della boccetta di profumo.
(Luisa)
Il libro si presta a più livelli di lettura. La bruttezza ci viene descritta per come viene vissuta dall’interessata e per come la vedono gli altri.
Vi è anche un gioco delle apparenze: la reazione degli adulti dovute non solo alla bruttezza ma anche alla loro difficoltà di accettare la realtà e al bisogno di fuggire.
Lo vedo come un libro con un possibile effetto terapeutico.
(Maurizio)
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