Considerazioni sul libro "I barbari. Saggio sulla mutazione" di Alessandro Baricco
Non è uno dei miei scrittori preferiti, tuttavia questo mi è sembrato un grande saggio. Aiuta a leggere il quotidiano, a trovare una strada ragionata in mezzo a tanta complessità. Sono le innovazioni e le contaminazioni che fanno progredire il pensiero.
Elisabetta
Baricco parla di cambiamenti che si intendono negli anni successivi; non so se sono cambiamenti storici. In ogni caso non va a capire perché questo succede (non indica le cause).Stiamo vivendo un'accelerazione del processo tecnologico che ci travolge. Noi accettiamo passivamente e facciamo tutto in superficie, cerchiamo di navigare sull'onda. Un tempo i cambiamenti erano più lenti, oggi è una continua corsa e si ha paura di essere tagliati fuori.
David
Questo libro mi è sembrato buono. Vi è nel suo contesto l'analisi del passato. Baricco non dà interpretazioni: non dice se è meglio o peggio, ma ci presenta la situazione. Oggi i ragazzi non hanno progetti, nemmeno a brevissima distanza; la scuola non aiuta perché li considera contenitori. Loro vogliono tutto subito. Penso che questo libro dovrebbe essere in ogni biblioteca, perché fa riflettere. In particolare ha dato risposte a mie domande.
Maurizio
All'inizio mi sono sentito perplesso, poi ho cominciato a riflettere, a non accettare passivamente il saggio di Baricco e a cercare di salvare quello che mi era più chiaro. Vuole riportare al centro l'uomo. Propone la razionalità dell'uomo e la capacità di portare con sé in questo nuovo mondo in frenetico cambiamento alcuni orizzonti di senso (giustizia, rispetto, fedeltà,capacità di progettare un futuro).
Bernardino
Non conosco l'autore e ho fatto fatica a leggerlo. Però è un libro che fa riflettere e mi sono piaciute in particolare le epigrafi. Si parla di barbari intendendo coloro che non conosciamo: ci spaventano, ma poi è possibile arrivare ad accettarli. La mutazione di per sé non è negativa ed è inutile elevare la grande muraglia!
Sandra
Sono d'accordo con Bernardino. Mi ha colpito la frase: " il problema non è resistere alla mutazione, ma nella mutazione". Ossia decidere quali valori salvare e portare con sé nel cambiamento.
Loretta
Trovo che molti cambiamenti negativi derivino da una perdita di valori della famiglia che non dà più imput. La prima parte del libro mi è piaciuta, la seconda non l'ho capita. Ribadisco che in questo mondo di oggi sempre in corsa, il ruolo della famiglia è fondamentale, a partire dalla primissima infanzia. I nonni devono raccontare il passato.
Gabriella
Per me è stato un libro difficile, sia per i contenuti che per la forma. Il tono è quello di un professore saccente. Analizza la società e ne dà uno spaccato. I barbari siamo noi: la minaccia è nella nostra società; "forse si stava meglio quando si stava peggio".
Ivana
Mi associo a quanto detto da Ivana e Gabriella. Si parla della commerciabilità del vino, di come questa società cerca di rendere appetibili i prodotti; ma anche il suo libro è un prodotto barbarico: utilizza un linguaggio spettacolare, resta nel superficiale, senza spiegare il perché dei fatti. Questa barbarie è sorta quando li masse ( prima non potevano) si sono affacciate al mercato con desideri e voglia di comprare.
Eliana
Fa un'analisi della società di oggi. L'ho letto due volte. La prima volta non sono riuscita a capirlo bene, poi ho ricominciato a leggerlo piano piano e sono entrata nel contesto. Lo scrittore effettivamente si pone in cattedra, però mi sono rivista in molte sue considerazioni. La società di oggi è quella che noi stiamo costruendo. Mi ha fatto molto riflettere: bisogna cercare di fare le cose senza farsi condizionare da tutto quello che ci circonda e sviluppare dentro di noi un pensiero critico
Liana
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